Il Colosso di Rodi è una delle Sette meraviglie del mondo elencate dagli antichi.
Come molte altre Meraviglie del Mondo Antico (una lista simile è stata redatta in tempi moderni e si parla delle Sette Meraviglie del Mondo Moderno) anche il Colosso di Rodi non esiste più.
Questo non vuol dire che non si possa più vedere. Rappresentazioni della statua di bronzo greca sono visibili un po’ ovunque per l’isola, soprattutto nelle aree fortemente turistiche.
Alcune statue sono sistemate negli androni di villaggi vacanza o hotel e quasi tutti i laboratori di marmi e statue lo ripropongono.
Nei negozi di souvenir lo si trova in tutte le salse: dalla statuetta di pochi centimetri, a colossi da giardino di diversi metri. Cartoline, magneti per il frigo e magliette con l’effige del colosso sono rintracciabili più o meno ovunque nei negozi di Rodi e Faliraki .
Nonostante sia ormai distrutto da centinaia di anni, ancora è possibile immaginare l’imponenza del Colosso recandosi al Porto di Rodi: Mandraki. Qui all’ imboccatura del porto turistico si trovano due colonne sormontate da due statue di daini: un maschio dalle corna ramificate e una femmina. Secondo la tradizione le colonne poggiano nello stesso punto in cui poggiavano i piedi del colosso.
L’immagine che ci è stata tramandata è infatti quella di un’enorme statua di Elios, il dio del Sole, posta a guardia del porto.
La statua, oltre che a vigilare sul porto e minacciare simbolicamente i nemici, aveva la funzione di faro.
Il braccio destro avrebbe retto un enorme braciere per indicare alle navi il porto, sicuro e ben protetto, di Rodi.
Le Navi sarebbero passate sotto la statua di bronzo che doveva avere gambe abbastanza lunghe da permettere il passaggio degli alberi delle imbarcazioni.
Secondo alcune teorie, i 32 m di altezza del Colosso non sarebbero bastati a far passare gli alberi delle navi. Per questo motivo alcuni ritengono che la statua avesse una posizione con le gambe unite, paragonabile a quella della Statua della Libertà. Secondo altri la statua si trovava addirittura nell’interno e non sul porto.
Distrutto dal terremoto di Rodi del 226 a.C., dopo essere rimasto in piedi per 67 anni, la statua rimase sul fondale del porto fino al 653 d.C. Quando l’Isola fu conquistata dagli arabi.
Pare che l’imponenza dell’opera fosse tale che anche distesa in mare, in molti si recassero al porto di Mandraki per ammirarla. Questo non evitò che la statua fosse fatta a pezzi e venduta ad un ebreo della Siria che dovette usare bel 980 cammelli per trasportarla.
Da questo momento si perdono tutte le tracce del Colosso di Rodi le cui vicende, fino a quel momento, sono cresciute tra storia e leggenda.
Il Colosso di Rodi è e rimane uno dei simboli della città e dell’isola, tanto è vero che non tutti sanno che non è più visibile.
A causa della sua importanza, anche simbolica, periodicamente vengono proposti nuovi progetti per il ripristino del Colosso, ma ad oggi non ne è andato in porto alcuno, anche a causa delle notevoli spese previste.
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