La prima volta che sono stata a Tsampika è stato letteralmente diverse vite fa.
Si parla del lontano 2001, ero una ragazzina e l’idea era quella di raggiungere la vicina spiaggia di Stegna.
Non molto pratici delle strade di Rodi e condizionati da uno scuterone che ci avrebbe provocato scottature e dolori articolari, io e il mio ragazzo dell’ epoca, ci trovammo ai piedi di un enorme scalinata che prometteva di farci raggiungere un santuario.
Armati di tanta curiosità abbiamo raggiunto la vetta dopo 297 gradini. Solo in seguito, leggendo qua e là siamo venuti a sapere che le donne che non hanno figli fanno la stessa scalinata scalze, per ricevere la grazia di un bambino/a. La cosa ci fece sorridere: non sapevamo davvero cosa ci avrebbe riservato il futuro
Dieci anni dopo ero di nuovo a percorrere i gradini della collina della scintilla, Tsampika in greco, vuol dire appunto “scintilla”, accompagnata da ben… 3 bambini di età diverse.
Il nostro scopo non era quello di spengere il cero, acceso dieci anni prima, ma quello di ammirare il panorama mozzafiato della cima, apprezzare gli ammodernamenti apportati al piccolo santuario mariano arroccato in cima alla collina e magari stancare un po’ anche i pargoli!
Ridendo e scherzando Tsampika è diventata una meta fissa nelle nostre escursioni nel corso delgi anni.
Figli a parte, la vista di cui si gode dalla cima del colle è davvero meravigliosa e si ha l’impressione di essere letteralmente sospesi tra cielo e mare.
Nel corso degli anni, la zona è stata resa più turistica.
A Panagia Tsambika, Vergine Maria della scintilla, è stato dedicato un santuario molto più grande, a valle, facilmente raggiungibile con la macchina, ma il fascino della scalata a 340 m in mezzo al verde, con il profumo del mare lì vicino, è inarrivabile.
Negli ultimi anni la terrazza sulla costa è stata messa in sicurezza, prima era praticamente aperta sul nulla, e il santuario ristrutturato e abbellito.
Piccole candele di sego bruciano incessantemente davanti alle icone rivestite d’argento, in ambienti angusti e bui, in grande contrasto con la luce accecante del sole.
Tsampika è uno di quei luoghi in cui spiritualità ortodossa e forza prorompente della natura vanno perfettamente a braccetto, lasciando un misto di mistero e pace a chi la visita.
L’ultima volta che sono stata a Tsampika ero in compagnia di un’altra coppia, anche loro con tre figli.
L’ascesa, un tempo quasi selvaggia, è costellata ora da venditori di miele, pizzi e oggetti religiosi.
Sono greci e greche di solito anziani, con il viso cotto dal sole, che con discrezione aprono la loro mercanzia a chi si reca al santuario.
Se l’ascesa si fa nelle ore calde, quasi 300 gradini iniziano ad avere una certa importanza…
Quella volta, mentre avevamo quasi raggiunto, a passo lento, il santuario, io e la mia amica ci siamo viste parare davanti un bellissimo ragazzo abbronzato e prestante che offriva rosari.
Indecise se fosse vero o una visione data dall’ipossia, ci siamo guardate un po’ stranite: “che dici, sarà l’ultima alternativa prima del miracolo?”
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